In questo articolo voglio parlarti di motivazione. Una parola che spesso sentiamo e spesso usiamo, ma credo che probabilmente ne conosciamo poco il suo significato e il suo “potere”.

Dal DIR motivazione: da muovere. Il complesso dei motivi che determinano un fatto, un comportamento, una condizione.

Come la parola emozione, la parola MOTIVAZIONE, ha la radice moveo e indica il movimento che guida le percezioni e dà forma alle azioni.
La MOTIVAZIONE comprende sia l’attivazione della sfera emotiva sia della sfera cognitiva (memoria, attenzione, pensiero), possiamo immaginarla come una SPINTA che orienta le nostre scelte, le nostre azioni e il nostro pensiero.
Chi è motivato non è incapacitato dall’ansia, ma reso attivo e proattivo a migliorare, a realizzare qualcosa per sé e per gli altri, a fidarsi e affidarsi alla sfida che impegna energie verso una meta percepita come raggiungibile.

La motivazione smuove l’iniziativa di chi agisce prima di essere costretto dagli eventi, dalle circostanze o dagli altri, con la ragionevolezza che fa calcolare i rischi, con l’ottimismo che fa cogliere opportunità in modo da superare con leggerezza insuccessi e ostacoli e procedere sulla strada in modo determinato per completare quanto iniziato.

Muoversi verso qualcosa spinti da una forza che non punta all’impossibile, ma al possibile, al REALIZZABILE.
Come? Con metodo e con pazienza, con capacità organizzative.
Come riuscirci? Avendo consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti; con impegno e COSTANZA.

Una metafora per spiegare meglio

C’era una volta un capo con un collaboratore che consegnava sempre i lavori puntualmente. Era però l’unico. Gli altri suoi collaboratori o ritardavano senza avvisarlo, o chiedevano proroghe o si inventavano mille scuse pur di rimandare la consegna. Il capo un giorno volle capire il segreto del collaboratore e così dopo averlo convocato glielo chiese. Lui risponde candidamente: “Cerco di fare subito quanto mi viene chiesto e in particolare faccio subito la cosa più difficile o la più sgradevole o la più impegnativa”.
Il capo rimane sorpreso da questa spiegazione anche perché, aveva notato che la tendenza generale era invece quella di procrastinare il più possibile ciò che non piace. Il collaboratore puntuale capì la perplessità del capo e aggiunge: “Anche io prima facevo così, poi ho scoperto che se non mi libero subito della cosa che so di dover fare continuo a pensarci, e questo pensiero disturba i momenti più belli. Mentre mi diverto, mentre faccio qualcosa di piacevole, sento dentro di me la voce ferma dell’integrità che chiama e la voce autorevole della responsabilità che mi ricorda l’impegno preso. A questo punto è la voce della lealtà che risveglia il senso di appartenenza fondato sulla reciproca fiducia e sulla assoluta identità tra rispetto pretese rispetto offerto. Dopo aver ascoltato queste voci dentro di me mi rendo conto che è molto più conveniente fare bene le cose subito, senza aspettare ispirazioni, così mi sento libero di dedicarmi anche alle cose divertenti con animo sereno. Da quando ha adottato questo sistema sono felice. Mi libero di ciò che devo fare e poi mi diverto con animo soddisfatto”.

Bibliografia

  • C. Casula, Giardinieri, principesse, porcospini. Metafore per l’evoluzione personale e professionale, Franco Angeli, Milano, 2012.
  • DIR – Dizionario Italiano Ragionato, G. D’Anna.