Cos’è la BIBLIOTERAPIA?

La biblioterapia è una metodologia che può essere usata in alcune professioni d’aiuto e si avvale dei libri e quindi della lettura per tentare di ampliare, arricchire, il pensiero del paziente/lettore, affinché questo converga verso un cambiamento di atteggiamento o di comportamento. La biblioterapia clinica è una forma di psicoterapia, praticata dai professionisti del settore (psichiatri, psicoterapeuti, psicologi); la biblioterapia umanistico/educativa invece può essere praticata dai professionisti della salute mentale, ma è adatta anche a figure quali counselor, educatori, assistenti sociali, bibliotecari, insegnanti.

Nello specifico la biblioterapia può essere utilizzata per:

  • aumentare la conoscenza di sé;
  • offrire maggiori informazioni circa un problema o un argomento in modo da ampliarne ed accrescerne la comprensione da parte di chi lo vive;
  • velocizzare il processo terapeutico;
  • favorire l’accettazione di situazioni spiacevoli;
  • far sperimentale un senso di universalità del problema e il sentirsi meno soli;
  • avviare una comunicazione tra adulti e ragazzi;
  • incoraggiare l’autostima;
  • favorire l’interesse verso qualcosa al di fuori di se stessi;
  • rilevare pressioni mentali o emotive;
  • favorire la consapevolezza che esistono diverse soluzioni o modalità di affrontare una stessa situazione;
  • aiutare le persone a parlare dei loro disagi in maniera più agevole.

 

Un po’ di storia

[ La biblioteca sacra di Ramesse a Tebe  – XV secolo a.C. – recava sulla porta la scritta: Rimedio dell’anima ]

Pensate che già Aristotele riteneva che la letteratura potesse avere degli effetti curativi e anche gli antichi romani riconoscevano una particolare relazione tra lettura e medicina. Tuttavia  è solo agli inizi del XIX secolo che alcuni medici di famiglia cominciarono a raccomandare i libri per malattie mentali o difficoltà emotive. Nel 1904 la biblioterapia viene riconosciuta come una vera e propria disciplina e proprio in quel periodo un bibliotecario addestrato divenne capo della libreria del McLean Hospital, nel Waverly. Negli stessi anni, alcuni bibliotecari cominciarono a stendere una lista di testi che potevano essere d’aiuto alle persone per modificare i loro pensieri, sentimenti o comportamenti a scopi terapeutici.

Negli anni ’40 la biblioterapia comincia ad essere utilizzata anche dagli insegnanti con finalità educative. Negli anni ’50 la lettura fu utilizzata come strumento aggiuntivo nel trattamento dell’alcolismo. E’ negli anni ’60 che con l’emergere delle scienze sociali e comportamentali, la lettura finalizzata al cambiamento personale, riceve ampio riconoscimento. In questo periodo il lavoro sulla biblioterapia si amplifica in particolare per il trattamento di problemi legati alla tossicodipendenza, fobie, maturità morale, cambiamenti comportamentali. Negli anni ’70 finalmente nasce una prima classe di studio sulla teoria della biblioterapia. Da allora ad oggi la lettura a scopi terapeutici è stata variamente utilizzata e l’interesse per la biblioterapia è in continuo aumentato.

Se hai curiosità in merito all’argomento o vuoi avere più informazioni scrivimi alla mail: stefania@stefaniamerlo.it