In questo mio terzo articolo voglio condividere con te alcune importanti riflessioni che ho tratto dal libro di Daniela Lucangeli, Cinque lezioni leggere sull’emozione di apprendere. Sottolineo la parola leggere, e ringrazio l’autrice per averla usata! Trovo che leggerezza non sia sinonimo di superficialità, ma piuttosto di un’attenzione intelligente necessaria più che mai all’interno del contesto scuola … e non solo.

Se le emozioni sono presenti in tutto ciò che facciamo va da sé che sono presenti anche nel tempo trascorso a scuola. Una vasta gamma di emozioni investe sia i processi di apprendimento sia l’insegnamento.

Emozioni e cognizione

Le emozioni influiscono concretamente sui processi cognitivi (attenzione, memoria, comprensione). Esse attirano l’attenzione e le risorse su ciò che le provoca e così indirizzano l’atteggiamento: se studiare ci provoca paura o ansia eviteremo la o le situazioni che le suscitano; mentre ci avvicineremo a ciò che genera piacere, che può essere l’atto di imparare, lo studio.

Emozioni piacevoli: favoriscono un approccio olistico all’apprendimento, l’intuizione la CREATIVITA’ nella soluzione dei problemi, una disposizione ottimistica verso l’impegno che si deve affrontare.

Emozioni meno piacevoli: incoraggiano un apprendimento più focalizzato sui dettagli e sull’applicazione di algoritmi.

Come sostenere le emozioni positive?

  • sentirsi in grado di fare, sostenendo la percezione di autoefficacia;
  • incoraggiare;
  • cambiare la visione del fallimento;
  • interpretare correttamente l’insuccesso;
  • sapere di poter migliorare.

Secondo l’autrice lo studio va a nutrire ciò che i bambini sono e saranno da grandi, e NON SOLO ciò che sanno e saranno.

E’ importante che la scuola e lo studio generino EMOZIONI SANE negli studenti, ascoltandoli e rispondendo ai bisogni che essi hanno in modo spontaneo:

  • credersi capaci;
  • percepire un controllo dell’ambiente;
  • sentirsi accolti e vicini affettivamente ai propri inseganti.

Allo stesso modo è determinante che gli studenti si sentano in grado di raggiungere gli obiettivi e altresì di porsi quegli stessi obiettivi in modo sempre più autonomo; gli studenti siano convinti di poter migliorare e imparino a vivere l’insuccesso come un evento su cui riflettere per non incorrervi in futuro.

Le emozioni fanno parte di tutta la nostra esistenza, la permeano ed è impensabile pensare da scinderle da essa.

Non esistono emozioni positive o emozioni negative, ma solo emozioni e solo il modo con cui noi le interpretiamo e le “usiamo”. Se impariamo a vedere il fallimento e l’insuccesso con occhi diversi allora potremo sfruttare al massimo le emozioni che essi generano in noi e utilizzare strategie migliori per far si che l’insuccesso si trasformi in successo. Potremmo muoverci verso altre soluzioni e non bloccarci al risultato negativo.